Di cosa parliamo quando parliamo di Montessori?


Le persone che usano il nome “Montessori”, intendono molte cose, alcune distanti tra loro.

Spesso si è associata la parola “Montessori” con un metodo didattico per la scuola.

Questo rischia di essere piuttosto fuorviante. Diversi bambini, qualcuno dice, hanno bisogno di metodi diversi. Montessori infatti fa proprio questo, incoraggiando i bambini a scegliere il proprio stile di apprendimento e di relazione, trovare i propri ritmi, modi e percorsi all’interno di una comunità di apprendimento.

Per definire la modalità educativa che prende avvio dall’opera di Maria Montessori, molti esperti usano oggi la parola “Approccio“, piuttosto che “Metodo”.

Il Montessori Approach, come viene chiamato a livello internazionale, si fonda su una profonda trasformazione del rapporto tra adulto e bambino, e ha come finalità quella di “seguire il bambino“, il che significa aiutare i bambini a sviluppare le potenzialità insite nel programma di sviluppo che è dentro di loro, per aiutarli a diventare persone sane, forti, serene, che grazie alla loro pace interiore diventano attori di una società di pace. Aiutare la vita a seguire il suo corso naturale, averne fiducia.

Non si tratta solo di scuola. Nel mondo infatti si parla molto anche di “Montessori Philosophy“, un’antropologia, una rinnovata concezione dell’uomo, che nasce dall’osservazione di quanto profondamente si trasformi il bambino in un contesto che risponda ai suoi bisogni.

Maria Montessori ha attraversato diversi campi del sapere, non da “maestra di scuola” ma da studiosa dell’uomo.

Ci ha mostrato che in un “ambiente preparato” può emergere il bambino vero, altrimenti oscurato e deviato dall’impatto con la società costruita dagli adulti. In questo nuovo bambino, sconosciuto prima di essere scoperto, possiamo trovare una chiave d’accesso all’intera natura dell’uomo e dell’umanità.

Una comunità internazionale

Il “movimento Montessori” internazionale, che ha ripreso forza negli ultimi anni, sta portando un rinnovamento anche al di fuori della cerchia dei montessoriani, non solo rispetto alla scuola o alla genitorialità, ma potenzialmente in ogni campo della ricerca e in ogni organizzazione sociale, poiché si tratta di una indagine sull’uomo.

Con la Montessori Philosophy oggi dialogano molte aree del sapere tra cui, solo a titolo di esempio:

  • le neuroscienze;
  • diversi settori della psicologia;
  • il socio-emotional learning;
  • la mindfullness (dalle applicazioni scolastiche alle terapie mediche di MBSR, MBCT, DBT, ACT);
  • l’architettura e il design;
  • gli studi sull’inclusione sociale e lo sviluppo di gruppi accoglienti e cooperativi;
  • il sostegno al disagio e l’area della pedagogia speciale;
  • l’area della positive discipline con una collezione di tecniche e strategie applicabili a un ampio spettro di relazioni (dal rapporto genitori-figli fino al funzionamento aziendale o di comunità).

Un Montessori “Autentico”?

Nel dibattito internazionale, in parallelo con la diffusione che “Montessori” ha trovato negli ultimi anni, viene posta con forza la questione dell’Authenticity.

Quali, tra tutte le cose che prendono il nome di “Montessori”, sono veramente credibili, autentiche, capaci di rispettare i presupposti e le finalità originarie?

Il “bambino vero” negli ambienti ordinari non è visibile facilmente, perché è oscurato da una serie di incomprensioni e deviazioni. Soltanto quando l’ambiente è preparato con un altissimo livello di qualità, e soprattutto dove siano presenti adulti preparati e con grande esperienza, la sua vera natura trova spazio per manifestarsi: cooperativa, gentile, sociale, capace di crescere e di autoeducarsi apprendendo da ciò che ha intorno, senza bisogno del comando esterno.

Per questo è necessaria una scuola Montessori in qualche misura autentica, con adulti preparati anche per l’osservazione. Molto più che una scuola di ottima qualità dove mandare pochi fortunati, o un servizio per una fortunata comunità locale, questo luogo è un Centro di Ricerca, un motore di trasformazione profonda, capace di portare rinnovamento in ogni campo di applicazione e di pensiero ben oltre la propria piccola comunità scolastica.

Montessori come orizzonte e come percorso

Sebbene una qualità così alta non sia realizzabile in tutte le scuole, è importante che qualcuna di queste eccellenze esista, perché realtà vive di questo tipo possano essere di ispirazione e di orientamento per le altre.

Proponiamo allora di pensare il “Montessori autentico” come un orizzonte verso cui tante altre scuole possano muovere, in un percorso da affrontare un passo alla volta, in cui ogni esperienza si trova a un punto diverso, per motivi contingenti, ma del quale si condividono le finalità.

In questo convegno vorremmo pensare insieme a:

  • come possiamo descrivere questo orizzonte (al di là di dove e che cosa sia immediatamente raggiungibile, e che cosa invece potrebbe richiedere più tempo);
  • quali risorse tutti gli attori (dall’amministrazione, ai centri di ricerca, ai privati) possano mettere in campo per supportare questo percorso, aiutando le singole esperienze a consolidarsi e a crescere.

Un occasione per il dialogo

Per condividere un orizzonte, proveremo ad utilizzare un linguaggio con cui dialogare anche con i non esperti. Vorremmo parlare a tutti:

insegnanti, dirigenti, educatori, genitori, terapeuti, ma anche ricercatori, animatori socio-culturali, operatori per la terza età, amministratori e funzionari, intellettuali di ogni tipo.

Quali sono alcuni dei tratti che potrebbero delineare questo orizzonte, in base ai quali orientare il percorso da realizzare?

Pensiamo che Montessori sia molto di più di un sistema di materiali che supportano l’apprendimento disciplinare.

E’ un approccio che si fonda sulla fiducia reciproca piuttosto che sul controllo, che sostituisce l’osservazione continua al sistema ordinario fatto di test, verifiche e voti, che trasforma l’errore in strumento evolutivo.

E’ un approccio che sostiene i bambini nel sentirsi protagonisti delle proprie azioni (agency), nella capacità di autovalutazione del proprio operato, nella libertà di scelta entro limiti specifici come fondamento della disciplina interiore e della responsabilità sociale.

E’ un approccio rigorosamente trans-disciplinare, potenzialmente capace di portare trasformazioni in ogni settore della conoscenza e in ogni attività sociale, dalla psicologia fino alla comunicazione e alle dinamiche dei gruppi.

Al di là delle presentazioni dei materiali, gli elementi di questo orizzonte da acquisire nella scuola Montessori-percorso potrebbero essere moltissimi, ad esempio:

  • L’importanza di offrire un luogo che sia anche “casa“, dove i bambini si sentano accolti e che percepiscano come un loro spazio.
  • Un ambiente preparato, rispondente ai bisogni di sviluppo delle varie fasce di età, mantenuto dai bambini stessi e adattato giorno per giorno al funzionamento della comunità.
  • L’importanza fondamentale di ordine, chiarezza, semplicità, esattezza.
  • Un’attitudine a relazionarsi con i bambini in maniera rispettosa e positiva.
  • La capacità di osservare.
  • L’importanza irrinunciabile della vita quotidiana e della “vita pratica“.
  • Il valore formativo dell’indipendenza e dell’auto-organizzazione.
  • Il piacere delle buone maniere.
  • L’apprendimento per tentativi ed errori.
  • etc.

Questi elenchi sono soltanto spunti, inevitabilmente incompleti.

Ampio spazio sarà lasciato sia al mattino che al pomeriggio per una sessione di domande e risposte, in cui insegnanti, dirigenti, genitori, o chiunque altro potrà rivolgere domande specifiche ai diversi relatori presenti.

[Questa descrizione delle tematiche del convegno è stata curata da Lucio Varriale].